A volte alcuni luoghi hanno diverse vite. Progettati e vissuti per una funzione, divengono, nel corso del tempo, qualcosa di totalmente altro, senza però cambiare del tutto. Una delle esperienze più interessanti a questo proposito è la riconversione di luoghi industriali. Non sempre è possibile recuperare i grandi complessi produttivi, specie in una città come Torino, dove la loro estensione era, ed è tutt’ora, notevolissima. A volte però le caratteristiche proprie dell’architettura industriale – grandi spazi, luminosità, adattabilità delle superfici – vengono a combaciare perfettamente con le esigenze di luoghi espositivi e museali. Uno dei primi esempi in città è rappresentato dalla Fondazione Merz, un centro di arte contemporanea inaugurato nel 2005 nell’ex centrale termica delle officine Lancia di Borgo San Paolo. Le grandi vetrate, che permettono l’illuminazione della sala espositiva, restano a testimoniare il passato dell’edificio. Più recente è invece il Museo Ettore Fico, inaugurato nel 2004 negli ex stabilimenti della Incet di via Cigna. In un quartiere interessato da una profonda trasformazione, il museo svolge la funzione di polo di tutta una serie di gallerie e laboratori artistici in crescente sviluppo. Un ultimo interessante caso di riconversione è quello delle Officine Grandi Riparazioni. Un tempo adibite alla manutenzione dei veicoli ferroviari, questo enorme complesso industriale è interessato da alcuni anni da un importante progetto di riqualificazione. Sede di alcuni eventi in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia, il cuore delle OGR sta per riaprire al pubblico cittadino (la data prevista è il 30 settembre): diverrà un luogo di cultura a 360°, tra musica, arti visive, arti plastiche e architettura. Una seconda vita per dei luoghi simbolo della Torino industriale.